martedì 1 aprile 2014

GRILLOLOGY



Nei giorni scorsi Grillo e Casaleggio hanno aderito all'iniziativa di Rodotà, Zagrebelsky ed altri, in difesa della Costituzione. È la prima volta che accade (nel passato ad iniziative simili il M5S aveva sempre preferito nicchiare) ed è una buona cosa, anche se sa tanto di mossa elettorale per prendere un po' di voti a sinistra in vista delle elezioni... e poi se Renzi dovesse fallire con le riforme, alle europee ci sarebbe un vero e proprio plebiscito per il M5S.


Nel frattempo però il progetto piduista di Renzi avanza e se si concretizzerà la colpa sarà da attribuire anche al M5S che con le sue azioni ha contribuito in maniera determinante all'ascesa del sindaco fantasma, permettendo tra le altre cose a Berlusconi (uscito dal parlamento perché condannato e non grazie al M5S, checché ne dica Grillo) di recitare ancora un ruolo da protagonista. È vero che su alcuni temi il M5S ha svolto un buon lavoro fungendo da cane da guardia in parlamento, ma è anche vero che questo era il minimo che il movimento dovesse fare per poter mantenere una certa credibilità. Tuttavia sulle cose veramente importanti il M5S è sempre mancato. Sorvolando sulle questioni di un anno fa sulla formazione di un governo (giustificate con lo slogan "nessun accordo con nessuno", che andava a braccetto con lo slogan "mai in tv"...), la proposta di legge elettorale del M5S doveva essere pronta ad ottobre scorso e poi a febbraio... siamo ad aprile e non si sa che fine abbia fatto. I tempi e i modi di discussione dei provvedimenti (per non parlare delle votazioni online gestiste da Casaleggio e certificate da nessuno) non si sa bene da chi siano stabiliti e con quali criteri. Nel frattempo Renzi ha potuto portare avanti la riforma con Berlusconi senza che ci fosse nessuna reale alternativa che potesse mettere in discussione l'accordo scritto a 4 mani in una stanzetta del PD. Però gli elettori del M5S che hanno votato in rete sono contenti lo stesso perché hanno potuto partecipare... anche se poi non hanno capito neanche loro quale sia stato il reale esito del web-voto. Questo perché i guru del movimento, invece di far scegliere tra una decina di leggi elettorali già bel delineate (eventualmente da modificare in fasi successive), hanno deciso di far votare i singoli punti senza che i votanti avessero la benché minima idea di quale fosse il quadro generale della situazione. Quadro generale che era ben chiaro solo a chi proponeva di volta in volta i quesiti da votare. Allo stesso modo, il quadro generale, le reali intenzioni e l'obiettivo finale del movimento (quello che c'è oltre lo slogan "tutti a casa" e "datemi in 51%") ce l'ha solo chi sta gestendo attualmente il M5S. In questo scenario (quanto meno inquietante), il mito della rete viene sventolato solo come arma di distrazione di massa: "uno vale uno"... tanto poi il risultato può essere sempre moltiplicato per zero.

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