domenica 29 dicembre 2013

UN MONDO DI BOLLE

Sto aspettando il treno quando alzo lo sguardo e vedo, al binario di fronte, un uomo di mezz'età che con grande dignità chiede qualche moneta. È evidente che sta vivendo un momento di difficoltà... qualcuno si ferma e lascia qualche spiccio, qualcun altro fa finta di non vedere, qualcun altro ancora fa segno di non avere niente e tira dritto. Allargo lo sguardo alle altre persone in attesa sulla banchina: c'è chi ascolta la musica con gli auricolari, chi parla al telefono e chi scrive messaggini, e c'è anche qualcuno che fissa il vuoto perso nei suoi pensieri o perso e basta...


Ci sono tante persone apparentemente vicine ma nella realtà dei fatti infinitamente lontane. Universi paralleli che nemmeno si sfiorano. Ognuno è rinchiuso nella propria bolla di sapone, ciascuno nel suo mondo chiuso di affetti, di conoscenze e di opportunità. All'interno della bolla ognuno si sente al sicuro... protetto da tutto ciò che lo circonda. Ma la presenza dell'uomo in difficoltà porta a riflettere: la sensazione di sicurezza offerta dalla bolla è ingannevole ed effimera... basta poco... la bolla può dissolversi senza alcun preavviso... il proprio universo si sgretola e chiunque può precipitare giù, giù sempre più in basso senza alcun paracadute, fino ad impattare violentemente il suolo. E più la bolla era salita in alto e più duro sarà l'impatto (e a volte fatale).
Servirebbe una gigantesca bolla che racchiuda tutte le altre, così da poter attutire e bloccare la caduta di chi subisce la dissoluzione del proprio mondo. E forse la bolla di sicurezza potrebbe anche servire per spingere le persone ad andare oltre le proprie piccole realtà e a guardarsi intorno.
E quindi? Quindi niente... è arrivato il treno, le carrozze hanno nascosto il binario di fronte... ed io faccio ritorno alla mia bolla, che insieme ad altre milioni di bolle viene trasportata dal vento.

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