lunedì 15 settembre 2014

L'ALLENATORE NEL PALLONE


In tre mesi la fiducia in Renzi è calata di 15 punti. Il dato può significare tutto e niente. Magari coloro che già guardavano con diffidenza al nuovo enfant prodige della politica italiana dopo questi mesi di governo lo hanno valutato come del tutto inadeguato per affrontare la difficile situazione del paese, mentre coloro che vedono in Renzi il nuovo messia continuano e continueranno a pendere dalle sue labbra sussurratrici di tweet. O magari, più semplicemente, la gente sta cominciando a rompersi i cabasisi delle vane promesse, dei tweet e delle mediocri battute dell'ex sindaco di Firenze. Ma Renzi fa finta di niente, si paragona ad un allenatore con la testa dura, dice che andrà avanti e che la gente fa il tifo per lui. Intanto a Taranto e Bari è stato contestato da operai ed ambientalisti evidentemente rimasti delusi dal cambiamento di verso che l'ex sindaco ha portato nella loro Regione. Dovevano essere tifosi avversari... i soliti gufi. Questa volta i gufi protestavano contro lo schifo dell'Ilva e contro il TAP, perché forse non tutti sanno che con lo "Sblocca Italia" il governo ha dato il via libera al Trans Adriatic Pipeline (TAP), il gasdotto che deturperà il Salento, andando ad intaccare uno dei posti più belli d'Italia. È inutile dire che la Regione e i Comuni interessati hanno dato parere negativo, preoccupati dall'impatto che l'opera potrebbe avere su turismo e salute. Renzi ha risposto con la solita battuta-tweet del cazzo:"chi dice no non può dire anche stop". E così adesso in Italia c'è una nuova regola, per cui la prossima volta bisognerà ricordarsi di gridare direttamente "stop" senza "no" se si vorrà contare qualcosa.

Nessun commento:

Posta un commento