domenica 5 gennaio 2014

VIAGGIO DI UNA GOCCIA D'ACQUA

Quando mi son staccata dalle nuvole ho provato un senso di profonda libertà.
Son precipitata verso il basso in caduta libera, sempre più veloce,
impaziente di raggiungere la meta.
L'impatto col suolo è stato preannunciato da un arcobaleno di colori.
Ho impregnato la landa nuda e fertile e sono scesa giù, giù sempre più in fondo, fino a raggiungere le viscere della nostra Madre Terra.
Qui è cominciato il mio viaggio e protetta dall'esterno ho conservato la mia freschezza e la mia essenza.
Son tornata alla luce dopo qualche mese di cammino.
In principio con me c'erano poche gocce a formare un piccolo rigagnolo sulla fresca roccia.
Nella corsa verso valle se ne sono aggiunte prima migliaia poi milioni, e il rigagnolo si è trasformato prima in torrente, poi in ruscello, infine in fiume.
Adesso il fiume scorre lento, si è allargato, e le due sponde quasi non si vedono.
Vicino alle rive si formano pozze dove l'acqua ristagna ed imputridisce.
Da questi luoghi si alzano flebili lamenti, unica testimonianza degli sventurati rimasti intrappolati.
Le flebili voci raggiungono solo chi scorre ai margini; son troppo deboli per arrivare alle lontane gocce che al riparo dai pericoli proseguono la loro corsa quasi indisturbate.
Da un po' la corrente è più veloce, mulinelli e vortici preannunciano rapide e cascate, dove ogni goccia per qualche istante può riprovare l'ebbrezza della libertà, slegata dalle altre.
La foce è vicina ma il mare burrascoso rallenta la nostra corsa.
La foce non è un punto di arrivo, ma di partenza...
partenza verso altri lidi, altre storie, altri mari...
Il viaggio cambierà la mia forma ma non l'essenza,
fino al giorno in cui,
accarezzata dal sole e da una leggera brezza,
riprenderò il mio posto tra le nuvole.

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